Eurovision 2024: la canzone di Israele sotto esame per possibili riferimenti ad Hamas

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Il mondo dell’Eurovision Song Contest si scuote di fronte a possibili riferimenti politici nella canzone israeliana “October Rain”. Dopo aver ammesso il Paese alla competizione, gli organizzatori stanno ora valutando se il testo della ballata infranga il divieto di esprimere dichiarazioni politiche.

Il brano all’Eurovision

Il brano, interpretato da Eden Golan, inizia con versi emotivi come “Non resta più aria per respirare / Nessun posto, nessun me giorno dopo giorno”. Tuttavia, la tensione sale con le parole finali: “Erano tutti bravi bambini, ognuno di loro”. Secondo quanto riportato dai media, il testo potrebbe contenere riferimenti agli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre, con la parola “fiori” che, nel contesto militare israeliano, potrebbe indicare i soldati caduti in battaglia.

La politica fuori dall’Eurovision

L’European Broadcasting Union (EBU), responsabile dell’organizzazione dell’Eurovision, ha sottolineato il carattere apolitico dell’evento. Qualsiasi violazione del divieto di dichiarazioni politiche potrebbe comportare la squalifica dalla competizione. Un portavoce di Eurovision ha dichiarato: “L’EBU sta attualmente esaminando il testo, un processo confidenziale tra l’EBU e l’emittente fino a quando non sarà presa una decisione finale. Tutte le emittenti hanno tempo fino all’11 marzo per presentare formalmente le loro iscrizioni”.

Le reazioni

L’emittente pubblica israeliana Kan ha confermato di essere in dialogo con l’EBU sulla questione. Il Ministro della Cultura israeliano, Miki Zohar, ha reagito definendo “scandalosa” la prospettiva di squalifica del brano. Ha sottolineato che la canzone è commovente e rappresenta i sentimenti delle persone, sottolineando che non ha intenti politici.

Conclusioni

Questo episodio segue gli appelli degli attivisti che, nelle settimane precedenti, avevano chiesto l’esclusione di Israele dall’Eurovision a causa della situazione a Gaza. L’EBU aveva permesso alla nazione di partecipare, ritenendo che la musica potesse rimanere al di sopra delle questioni politiche. La questione è ora aperta, e la decisione finale rimarrà segreta fino a quando l’EBU non esprimerà il suo giudizio entro l’11 marzo. Il Ministro della Cultura israeliano ha espresso la speranza che l’Eurovision rimanga un evento musicale e culturale, invitando l’EBU a mantenere la professionalità e la neutralità nel processo decisionale.

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